La porta della torre era un confine
ma ci si poteva passare sotto
giocare sullo sterrato e le foreste tra le mura e la strada
al primo scurire improvviso del cielo casa era il rifugio
oltre la strada la città era straniera, inesplorata.
L'altro confine, dall'altra parte, il lago
anche lì quando non si capiva più dove finisse l'acqua per cominciare il cielo
e le rive svanivano con le case nella foschia
e tutto diventava di un grigiazzurro indefinibile
casa era un attimo.
Ma perchè poi sono uscito nelle città straniere
da dove quasi non si vede più il mio cerchiomondo
e dove se il cielo segna tempesta casa è lontana.
A volte vorrei tornare
che ogni bimbo ha il suo rifugio
e a volte ci torno
ma non c'è più rifugio
nè gioco di bocce dopo il lampo e il tuono.